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RomaFF11: la grande Meryl Streep alla Festa del Cinema per Florence Foster Jenkins

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Protagonista assoluta della giornata del 20 ottobre della Festa del Cinema di Roma è stata la grande Meryl Streep, l’attrice statunitense ha presentato alla stampa il film “Florence Foster Jenkins” di Stephen Frears di cui è protagonista, poi ha partecipato agli “Incontri ravvicinati” con il pubblico intervistata da Antonio Monda e la sera ha sfilato sul red carpet prima della proiezione in Sala Sinopoli.

Antonio Monda e Meryl Streep (Photo by Ernesto Ruscio/Getty Images)
Antonio Monda e Meryl Streep (Photo by Ernesto Ruscio/Getty Images)

In conferenza stampa Meryl Streep dichiara di non aver mai interpretato un ruolo come quello della cantante d’opera stonata Florence Foster Jenkins (il film lo abbiamo visto ed è divertentissimo), dice che una volta ha sentito suonare Gershwin e la musica che si sentiva era stonata, questo le ha fatto capire quale voce sentisse Florence dentro di sé. Le chiedono di Trump e dice che non crede di doversi esprimere sulla sua campagna e il suo sessismo, la buona notizia è che avremo Hillary Clinton presidente degli Stati Uniti.
Non legge le recensioni perché non sa mai se le tendono imboscate però è stata protetta dalle critiche da chi le vuole bene (ad es. dal marito, proprio come fa Hugh Grant nel film con la moglie Florence). Sul rapporto con gli altri attori dice che cerca di non mettere troppe barriere tra sé e gli altri, ha avuto un coach fantastico del Metropolitan per imparare a cantare come Florence, quando ha fatto finalmente ridere ha capito di esserci riuscita. Si è detta orgogliosa del parere della giuria di Berlino su “Fuocoammare” di Rosi e pronta a sostenerlo anche agli Oscar, negli Stati Uniti non vengono colpiti spesso da storie come queste, sanno come identificare il male ma non come portarlo alle persone, crede che avrà ottime possibilità.

Il ruolo di questa donna senza talento è lo spirito che la anima, lei ha questa capacità come hanno anche i bambini, c’è qualcosa che poi crescendo perdiamo come il senso del gioco, immergersi in una storia, immaginare la vita degli altri, Florence non ha mai perso questa capacità. Per Florence l’arte diventa l’unico modo per sopravvivere, per Meryl Streep il cinema rappresenta sempre lo stesso da quando ha iniziato, tutte le donne che ha interpretato hanno la stessa importanza, ama la recitazione e i personaggi, qualsiasi cosa trova meritevole di essere notata, continuerà ad essere impegnata fino a che la sceglieranno.

Alcuni dei registi che l’hanno diretta dicono che lei ha già provato a fare la regista ma in realtà non ha mai sentito il bisogno di essere regista, ammira chi fa entrambe le cose ma lei preferisce avere un meta punto di vista non globale sul film, è già difficile immergersi in un personaggio. Nel film Florence è amica di Toscanini, dell’Italia ama tutto, tutti nel mondo vorrebbero essere italiani. Le chiedono se pensa di avere eredi e dice di aver aperto la strada ad alcune attrici che possono pensare di avere una carriera dopo i 40 anni e fino ai 50-60, prima di fare ruoli da anziane, adesso ci sono molte più opportunità, una giovane attrice che ammira molto è Alba Rohrwacher. I film sono un’illusione, però le illusioni ci servono altrimenti vivremmo in un mondo di documentari e non ci vogliamo ammazzare. Lei si considera pessima per molte cose, glielo ricordano spesso i suoi quattro figli. Karel Reisz ha fatto un film sulla cantante country Patsy Cline, “Sweet Dreams”, ma confessa di non averlo mai perdonato per aver dato il ruolo a Jessica Lange.

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Durante l’incontro con il pubblico sono state proiettate alcune scene di film che la vedono protagonista e altri che vedono protagoniste attrici che Meryl Streep ha particolarmente amato:

1) “The Deer Hunter” (Il cacciatore, 1978) di Michael Cimino

Scena basata quasi sul niente con Meryl Streep e Robert De Niro, quanto era bello De Niro? dice lei, poi ricorda che Michael Cimino era praticamente nudo, seduto con dei piccoli boxer italiani perché aveva molto caldo come tutta la troupe. Tra i suoi mentori ci sono Joseph Papp e Mike Nichols, ha lavorato con i più grandi registi al mondo, molti purtroppo non ci sono più (come Sidney Pollack, Alan J. Pakula, ecc.) e l’ultima parola spetta a lei.

2) “Kramer vs. Kramer” (1979) di Robert Benton

Primo Oscar per Meryl Streep (come miglior attrice non protagonista) insieme a Dustin Hoffman (Oscar per il miglior attore protagonista). Non è vero che Dustin Hoffman voleva riscrivere il film, ognuno ha scritto la sua versione, poi si sono incontrati con il regista e ha vinto lei. “Il cacciatore” e “Kramer contro Kramer” sono due film girati poco dopo che il divorzio aveva smesso di essere un anatema.

3) “La scelta di Sophie” (1982) di Alan J. Pakula

Secondo Premio Oscar a Meryl Streep (per la migliore attrice protagonista), qui con Kevin Cline, le piace stare davanti alla macchina da presa, un attore può essere uno scrittore in ogni momento, si percepisce l’energia, la carica del cinema, in teatro questo è possibile solo quando stabilisci un contatto con il pubblico. C’è un grande regista con cui vorrebbe lavorare: Martin Scorsese.

4) “I ponti di Madison County” (1995) di Clint Eastwood

Scena con Clint Eastwood che la bacia, scelta al posto di un’altra nella pioggia per motivi di tempo, le chiedono qual è l’accento più difficile che le è capitato di fare e lei risponde il nord irlandese, che è simile all’accento australiano. Il personaggio di Francesca viene da un’italiana che si chiamava Nucci.

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5) “The Iron Lady” (2011) di Phyllida Lloyd

Terzo Oscar per la migliore attrice protagonista, che qui interpreta Margaret Thatcher, “la lady di ferro”, Meryl Streep è una donna impegnata e di sinistra, molto lontana dalle idee della Thatcher, ma tutte le donne hanno provato uno sdegno nei loro confronti quando si trovano in un posto che si suppone non adatto a loro. Recentemente ha visto un video sulla primo ministro australiana e le ha ricordato la scena della Thatcher, riesce a comprendere il mondo in cui era entrata, lei veniva da classi umili e c’era una discriminazione sociale oltre che sessuale, spesso per le donne non conta quello che dici ma come lo dici, il modo in cui lei parlava, gli inglesi diventano matti quando non riescono a inquadrarti in una classe sociale (lì è ancora molto sentito il sistema delle classi e questo per lei fu uno shock).

6) “L’oro di Napoli” (1954) di Vittorio De Sica

Film a episodi con Totò, Sophia Loren, Eduardo De Filippo, scena con Silvana Mangano.

7) “Amore” (1948) di Roberto Rossellini

Film in due episodi, scena con Anna Magnani e Federico Fellini. La cosa che ama di queste attrici è che le ha incontrate nei festival o nelle rassegne universitarie in un momento del cinema americano in cui non si facevano film come questi. C’era qualcosa di puro nel loro lavoro, oltre a Silvana Mangano e Anna Magnani cita anche Simone Signoret tra le sue attrici preferite, per lei erano creature esotiche, ha visto per la prima volta la Mangano in “Morte a Venezia” di Luchino Visconti e la Magnani in “Pelle di serpente” di Sidney Lumet con Marlon Brando. Anche Alba Rohrwacher secondo lei ha questa purezza.

8) “Mamma Mia!” (2008) di Phyllida Lloyd

In questo film basato sull’omonimo musical degli Abba si vede come Meryl Streep sia capace di cantare e ballare (a differenza del personaggio di Florence Foster Jenkins), lei quando era piccola (a 12 anni) cantò “Holy Night” in francese in una produzione scolastica e un uomo andò dai suoi genitori per dirgli che doveva prendere lezioni di canto, allora la madre la portava tutte le settimane dal New Jersey a New York per un paio d’anni, poi ha smesso.

Alessandro Sgritta

Meryl Streep firma autografi sul red carpet
Meryl Streep firma autografi sul red carpet

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