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RomaFF11, Giorno 2: da Oliver Stone a Michael Bublé, cosa è successo oggi alla Festa del Cinema

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Si è conclusa anche la seconda giornata dell’11a Festa del Cinema di Roma, all’Auditorium Parco della Musica.

Protagonista assoluto della giornata il grande regista Oliver Stone, vincitore di tre Oscar per Platoon, Nato il quattro luglio e, come sceneggiatore, per Fuga di mezzanotte. Il cineasta neo settantenne ha presentato il film in concorso Snowden, da lui scritto e diretto. Joseph Gordon-Levitt veste i panni di Edward Snowden, il tecnico informatico ex dipendente della CIA noto per aver rivelato pubblicamente il programma di sorveglianza di massa della NSA (National Security Agency) e ne segue le vicende, sia lavorative che affettive, dal primo impiego fino ai rocamboleschi giorni delle incredibili rivelazioni. Un grande cast che va da Tom Wilkinson a Rhys Ifans fino a Nicolas Cage, per un ottimo spy-thriller, molto politico ed inquietante, diretto da colui che ha fatto della rappresentazione del potere e della critica alla società americana la summa del suo cinema, da JFK a Gli intrighi del potere, fino a W. Il regista newyorkese è stato anche protagonista dell’incontro ravvicinato con il pubblico, parlando tra le altre cose di elezioni presidenziali americane e non disdegnando frecciate verso entrambi i contendenti: «Trump non ce la farà, ma la Clinton rappresenta il sistema politico americano, quello del “o sei con noi o sei contro di noi”».

Joseph Gordon-Levitt in "Snowden"
Joseph Gordon-Levitt in “Snowden”

Oltre a Snowden, presentati altri film della Selezione Ufficiale: iniziamo da Manchester by the sea di Kenneth Lonergan (presente in sala), interpretato da un grande cast formato da Casey Affleck, Michelle Williams, Kyle Chandler e Matthew Broderick. Si tratta di un drammone in cui il presente si intreccia continuamente con i flashback, condito qua e là da momenti divertenti, in cui un tuttofare dal tragico passato familiare è costretto a prendersi cura del nipote adolescente dopo la morte di suo fratello. Un film sulla difficile elaborazione di un lutto dovuto alla propria negligenza e alla possibilità di riscattarsi con una seconda occasione. Potrebbe dire la sua agli Oscar, soprattutto per la grande interpretazione sommessa e in sottrazione di Casey Affleck. Proseguiamo con Afterimage (Powidoki) di Andrzej Wajda, film testamento del grande regista polacco scomparso pochi giorni fa (leggi l’articolo), che lo stesso Wajda descriveva così: «È il ritratto di Władysław Strzemiński, un uomo integro, sicuro delle proprie convinzioni; un uomo devoto all’arte non facilmente fruibile. È stato un maestro eccezionale, fondatore del Museo d’Arte Moderna di Łódź nel 1934. Il film racconta quattro anni difficili, dal 1949 al 1952, durante i quali la sovietizzazione della Polonia ha assunto le forme più radicali e il realismo socialista è diventato il modello obbligato di espressione artistica». Un buon film, di base drammatico ma anche in questo caso con diversi momenti comici, che rende il giusto omaggio al grande regista scomparso e che è stato presentato dall’ambasciatore polacco.

Kyle Chandler e Casey Affleck in "Manchester by the sea"
Kyle Chandler e Casey Affleck in “Manchester by the sea”

Seguono due documentari, il primo su Michael Bublé, vincitore di quattro Grammy Awards e considerato uno dei principali eredi della grande tradizione musicale americana, è Michael Bublé – Tour Stop 148, diretto da Brett Sullivan. Birmingham, tappa n.148 di un tour eclatante, con le esibizioni dal vivo di molti dei più grandi successi del cantautore premiati ai Grammy, come Home, Haven’t met you yet, Cry me a river e Feelin’ good, affiancano un’esclusiva introduzione di quindici minuti in cui Bublé racconta le sue motivazioni più profonde, la sua musica e la sua esperienza di vita ‘on the road’. Prima del film, lo stesso Michael Bublé ha sfilato sul red carpet dell’Auditorium. Il secondo doc è Richard Linklater: Dream is destiny, sguardo non convenzionale sull’opera del regista americano di origini texane noto per il suo stile indipendente: il documentario mescola rari filmati di repertorio, interviste all’autore dentro e fuori dai set dei suoi film, e altro materiale d’archivio con clip tratte da La vita è un sogno, Boyhood e altri film. A questo si uniscono le interviste ad attori e collaboratori, da Matthew McConaughey a Patricia Arquette, da Ethan Hawke a Jack Black, passando per Julie Delpy, e Kevin Smith.

Michael Bublé – Tour Stop 148
Michael Bublé – Tour Stop 148

Nel programma di Alice nella città sono stati presentati London Town di Derrick Borte, storia di un adolescente la cui vita cambia dopo aver ascoltato le canzoni dei Clash, Layla M. di Mijke de Jong, il dramma di una 18enne olandese di origini marocchine costretta a vivere con i pregiudizi dovuti al terrorismo, e per l’omaggio ad Abbas Kiarostami, il corto Two solutions for one problem seguito dal film Il viaggiatore (1974). Al cinema Admiral ecco invece Kids in Love di Chris Foggin, con un neodiplomato che sfugge alla vita già programmata che lo aspetta scoprendo il mondo del West End londinese, e Acqua di marzo di Ciro De Caro, ritorno al paese d’origine per la nonna morente, che riporta indietro di anni il protagonista.

Per la retrospettiva dedicata a Tom Hanks, proiettati al MAXXI Big di Penny Marshall e Insonnia d’amore di Nora Ephron, mentre per quella American Politics, Gli intrighi del potere – Nixon di Oliver Stone e  Lincoln di Steven Spielberg. Alla Casa del Cinema è proseguito l’omaggio a Citto Maselli e c’è stato l’evento United Artists for Italy, dedicato al pluralismo e all’inclusione nell’industria cinematografica nazionale, nel quale si incontrano artisti italiani di diverse origini. L’evento è stato preceduto dall’anteprima nazionale aperta al pubblico del documentario Blaxploitalian: Cent’anni di afrostorie nel cinema italiano, diretto da Fred Kuwornu.

Jonathan Rhys Meyers in "London Town"
Jonathan Rhys Meyers in “London Town”

Appuntamento a domani per la terza giornata della Festa del Cinema di Roma 2016.

 
 

Ivan Zingariello

 
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