Si è spento a Milano Dario Fo, il grande attore e commediografo che aveva vinto il premio Nobel per la Letteratura nel 1997. Era ricoverato da qualche giorno all’ospedale Sacco per una serie di complicazioni polmonari. Per un curioso caso del destino Dario Fo si è spento proprio nel giorno in cui viene assegnato il Nobel per la Letteratura (a Bob Dylan). Ricoverato da dodici giorni per complicazioni dovute all’enfisema polmonare, è spirato alle 8.02. Gli stessi minuti in cui, il 29 maggio 2013, se n’era andata in casa la moglie Franca Rame. Dopo la grave crisi respiratoria di lunedì, Fo era sedato da mercoledì sera. Avrebbe voluto tornare nella sua abitazione di Porta Romana, ma per i medici la morte in ambulanza sarebbe stata certa. Il figlio Jacopo ha preferito restasse in ospedale sotto l’occhio vigile dei sanitari. La camera ardente sarà allestita al Piccolo Teatro di Milano, come già avvenuto per la moglie.
Il direttore del reparto di pneumologia dell’ospedale Sacco di Milano, Delfino Luigi Legnani, ha dichiarato: «E’ stato lucido e collaborante fino a ieri. I suoi collaboratori mi hanno detto che qualche giorno prima dell’aggravarsi delle sue condizioni Fo aveva cantato per ore. Una cosa incomprensibile. Ha sofferto molto per lo schiacciamento di una vertebra. Abbiamo fatto di tutto di per lenire la componente dolorosa legata all’insufficienza respiratoria e alla frattura di un corpo vertebrale. Quindi nelle ultime ore è stato sedato». Nei suoi ultimi giorni di vita, Fo continuava ad informarsi sui temi di attualità: «Si faceva leggere i giornali dai suoi collaboratori perché aveva problemi alla vista».
Stava già poco bene, ma riuscì a nascondere la sua sofferenza improvvisando anche una vecchia canzone napoletana Dario Fo, in una delle sue ultime apparizioni pubbliche per la presentazione del libro Darwin. Era il 20 settembre e pochi giorni dopo il Premio Nobel è stato ricoverato in ospedale. «Ci dissero che era solo per pochi giorni – racconta una delle sue collaboratrici in lacrime – ci dissero che doveva farsi ricoverare solo per una serie di controlli». Alla conferenza stampa di presentazione del suo ultimo libro, nella sua abitazione al quinto piano di un elegante palazzo in Corso di Porta Romana, stracolmo di maschere del teatro, cimeli, targhe e riconoscimenti a lui e alla moglie Franca Rama morta nel 2013, Fo comunque era apparso meno in forma del solito. Vista e udito gli si erano ulteriormente abbassati, un po’ smagrito, aveva però risposto a lungo e con pazienza a tutte le domande. Sempre pronto alla battuta e con ironia aveva parlato dei suoi progetti futuri, di quello che avrebbe voluto ancora fare.
Dal 2013 ha deciso di sostenere il Movimento 5 stelle e il progetto dell’amico Beppe Grillo. In occasione dell’ultimo raduno grillino a Palermo aveva inviato un videomessaggio proiettato dal palco durante la manifestazione. A ricordarlo sul blog il leader del M5s: «Sarai sempre con noi Dario», ha scritto Grillo. E ha poi riportato un pezzo del discorso che fece dal palco di piazza Duomo il 19 febbraio 2013, poco prima delle elezioni politiche: «Mi sembra», disse Dario Fo, «di essere tornato indietro di molti anni, alla fine della guerra, l’ultima guerra mondiale. Ci fu una festa come questa e c’era tanta gente come siete voi: felici, pieni di gioia e, non dico speranza, la speranza lasciamola a parte, ma di certezza che si sarebbe rovesciato tutto e non ci siamo riusciti. Fatelo voi per favore, fatelo voi! Ribaltate tutto per favore. Io mi ricordo che in quell’occasione c’erano quattro contadini che sono arrivati qua con altri contadini e portavano sei piante. E le hanno piantate una qua una là una là una là… Le piante erano il segno del ‘si ricomincia’. Vorrei che anche questa sera ci fossero quelle piante piantate per dire ‘si ricomincia da capo’».
Anche il presidente del Consiglio Matteo Renzi, da sempre al centro degli attacchi satirici di Fo, ha voluto salutare l’artista: «L’Italia perde uno dei grandi protagonisti del teatro, della cultura, della vita civile del nostro Paese. La sua satira, la ricerca, il lavoro sulla scena, la sua poliedrica attività artistica restano l’eredità di un grande italiano nel mondo. Ai suoi familiari il cordoglio mio personale e del governo italiano». Commossi i parlamentari M5s che in una nota hanno salutato la guida morale del Movimento: «La morte di Fo priva il Paese di una grande voce critica, una guida civile e spirituale. Ma priva pure il M5s di un punto di riferimento fondamentale, un compagno di viaggio allegro, geniale e profondo. Esprimiamo il nostro cordoglio più sentito per la scomparsa del premio Nobel e la nostra vicinanza al figlio Jacopo e a tutti coloro che, come noi, volevano tanto bene al grande maestro». Così anche il sindaco di Milano Beppe Sala: «E’ stato uno dei migliori interpreti della storia del nostro tempo. Milano non dimenticherà i suoi insegnamenti. La scomparsa di Fo ci colpisce nel profondo. Perdiamo uno dei più grandi rappresentanti della letteratura, del teatro e della cultura milanese e italiana». Lo ha ricordato anche il sindaco di Napoli Luigi De Magistris in un Tweet: «Fo è cultura infinita. La sua morte lascia un vuoto incolmabile da altri. Solo la sua arte può colmare la fine terrena. Dario Fo è eterno».
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