Grande serata al Teatro Brancaccio per lo spettacolo Perché Boh di Enrico Bertolino, fra risate, musica e politica, con l’amichevole partecipazione di prestigiosi ospiti.
Il comico milanese per due ore ha intrattenuto il pubblico con il suo instant theatre cercando di spiegare a modo suo il referendum costituzionale che ci accingiamo a votare il prossimo 4 dicembre. Dopo una parte introduttiva dedicata a Roma, in cui Bertolino ha scherzato sugli stereotipi della Capitale e dei suoi abitanti (dal tassista alle frasi tipiche), parte lo spettacolo vero e proprio, incentrato sul quesito referendario concernente l’approvazione della modifica alla Costituzione, voluta da Renzi. Il tutto ovviamente tra battute comiche che non risparmiano nessuno, dal Presidente del Consiglio fino a Grillo e Berlusconi, ed esibizioni musicali con il maestro Teo Ciavarella, che lo accompagna alle tastiere in una serie di storici brani italiani (da Montagne verdi a Uomini soli) con il testo appositamente trasformato in una parodia politica.
Per cercare di far comprendere meglio la Costituzione e le sue proposte di modifica, come ad esempio il nuovo testo dell’art.70 (precedentemente di tre righe e ora decuplicato) proposto in un’irresistibile versione Star Wars, Bertolino parte da lontano, proponendo brani del codice di Hammurabi, passando poi per i romani e il Medioevo, fino allo Statuto Albertino. Ed è lui a dichiararsi per primo indeciso fra il “Sì” e il “No”, appunto rispondendo con un “Boh!”, mentre prova a musicare gli articoli più importanti della Costituzione utilizzando come base i brani dei Pooh. A questo punto, dopo l’estemporanea apparizione sul palco di uno di loro, Stefano D’Orazio (che lo accompagna proprio in Uomini soli), arriviamo alla seconda parte dello spettacolo con due ospiti di prestigio provenienti dalle opposte fazioni per perorare la propria causa.
E così per il fronte del “No” sale sul palco nientemeno che il leader della Lega Nord, Matteo Salvini, che spiega le ragioni della sua scelta, imbeccato dalle ironiche domande di Bertolino in qualità di intervistatore, come: «girerai l’Italia in un camper per promuovere il “No”. Sai che se non sarai sempre in movimento e ti fermi, diventi ufficialmente un rom?». Salvini se la cava più che discretamente, confermando le sue attitudini di showman che sa come ingraziarsi il pubblico con la simpatia, mentre gli spettatori del Brancaccio non si mostrano ostili.
Per il fronte del “Sì” ecco invece il giovane Ministro delle Politiche agricole ed esponente del Partito Democratico Maurizio Martina, meno gigione del leader del Carroccio, ma risultato comunque altrettanto simpatico e disposto al gioco, accolto sulle note della celebre Marina di Rocco Granata.
Al termine dello spettacolo si esce dal teatro molto divertiti e con le idee sicuramente più chiare, o perlomeno con una maggior consapevolezza di cosa andremo a votare il 4 dicembre. Perché Boh, scritto da Enrico Bertolino e Luca Bottura, tornerà in scena a novembre proprio a ridosso del referendum, con nuovi ospiti che sosterranno le ragioni dei due fronti. Stavolta non perdetelo!
Ivan Zingariello
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