Alla 73a Mostra del Cinema di Venezia è il giorno di Paolo Sorrentino che presenta le prime due sorprendenti puntate della sua nuova serie The Young Pope, realizzate per Sky e che andranno in onda da gennaio 2017 per un totale di 10 episodi. Ad interpretare la serie un cast internazionale composto da Jude Law nei panni del giovane Papa americano Lenny Belardo (che ha preso il nome di Pio XIII), da Silvio Orlando in quelli del cardinale Voiello (il Richelieu della Curia) e da Diane Keaton nel ruolo di Sorella Mary (mentore di Lenny). E poi ancora Scott Schepherd, Cécile De France, Javier Cámara, Ludivine Sagnier, Toni Bertorelli e James Cromwell.
Queste le parole del regista Paolo Sorrentino e dei protagonisti Jude Law e Silvio Orlando, nella conferenza stampa di oggi.
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Paolo Sorrentino: Volevo dire una cosa spontanea, prima di iniziare: voglio ringraziare tutti coloro che hanno lavorato a questa serie partendo da Sky, da tutta la troupe fino al cast. È stato un lavoro realizzato con dedizione e passione.
Sorrentino che reazioni si aspetta dal Vaticano?
Sorrentino: È un problema del Vaticano, non un mio problema. Ma non credo succederà qualcosa. Se avranno la pazienza di vederlo fino in fondo capiranno che il lavoro che non mostra pregiudizi e intolleranza, ma indaga con onestà e curiosità fin dove può. 10 ore alla fine non sono sufficienti ad indagare su un mondo pieno di contraddizioni e difficoltà, ma anche di aspetti affascinanti che riguardano il clero, le suore e il Papa.
Quello che abbiamo visto finora è incredibile, mi è rimasta la curiosità. Woody Allen ha appena girato una serie tv per Amazon e ha riferito che scrivere una sceneggiatura per una serie tv è massacrante. lei cosa ne pensa?
Sorrentino: Traumatica forse è troppo, ma non è una passeggiatina. È una scrittura che ho realizzato in colalborazione con Umberto Contarello, Stefano Rulli, Tony Grisoni e credo sia stato un lavoro molto difficile ed impegnativo ma anche eccitante. Quando la dilatazione è così ampia si possono approfondire i personaggi e si possono concedere delle digressioni che al cinema non puoi permetterti. C’è molta più storia e narrazione rispetto ai miei soliti film. Le serie, anche quelle belle, tendiamo a dimenticarle ed ho provato a trasferire certe sintesi del cinema anche nella serie tv. Questo è più un lungo film di 10 ore che non una vera serie.
Quando si critica un film dargli l’aggettivo televisivo è un insulto, vedendo queste prime due puntate si ha la manifestazione che non sempre i prodotti televisivi sono inferiori. Hai avuto la stessa libertà che di solito hai quando realizzi i tuoi film? C’è il tuo marchio di fabbrica con una visione onirica, la tua comicità, com’è stato realizzarlo?
Sorrentino: Televisivo non è più un aggettivo deteriore. Ho potuto fare questo lavoro con tutta la libertà di cui avevo bisogno ed il merito è tutto dei produttori.
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Cosa ha segnato questa esperienza nella vita di Jude Law? Cosa ammira di Paolo?
Jude Law: Per me questa è stata l’opportunità di lavorare con Paolo, ma anche di dipingere un personaggio con contrasti e contraddizioni. La cosa più preoccupante era rappresentante un Papa, ma Paolo mi ha ricordato che prima di tutto egli era un uomo. Sono stato felice di avere un personaggio con molte sfaccettature, anche la sola parte di Lenny è stata interessante. Di Paolo ammiro il meraviglioso linguaggio visivo. È stata una gioia essere il colore sulla sua tavolozza.
Silvio Orlando, si è ispirato a qualche cardinale corrotto?
Silvio Orlando: Lo dico ora perchè non so se parlerò ancora,vorrei ringraziare la mezza dozzina di vocal coach che si sono avvicindati nel corso di questa esperienza. Li ho stremati, non sapevano dove metter le mani con la mia pronuncia. Alla fine, ritornando alla domanda no, penso che il male sia distribuito in tutti gli esseri umani quindi ho pescato dal mio male interiore. Anche se non ho mai rubato ai bambini del Bambin Gesù, però in caso estremo, non si sa mai, potrei farlo.
Il mercenario Higuain, passato ora dal Napoli alla Juventus, verrà tolto su Sky a gennaio quando verrà messa in onda la serie?
Paolo Sorrentino: La chiesa si preoccupa di fede e tradimento, mantenere Higuain con la maglia del Napoli aiuta a rimarcare questi due concetti.
Il film propone un papa tradizionalista e non uno riformatore come Papa Francesco? Cosa la affascina nella Chiesa? Cosa trova di positivo?
Sorrentino: Il Papa che abbiamo trattato noi è diametralmente opposto a quello esistente perché potrebbe accadere, è nell’ordine delle cose che dopo un papa liberale ne arrivi uno diverso. Credo sia illusorio dire che la chiesa abbia imboccato un cammino liberale. In un futuro non tanto lontano potrebbe non essere così inverosimile. Di lati positivi nella chiesa ce ne sono tanti, ci vorrebbero delle ore per elencarli tutti, ma non ho abbastanza tempo per raccontarli, abbiamo solo mezz’ora.
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Il film si apre su una scena di sogno a Venezia e si intuisce il suo ruolo che avrà la città lagunare nel film. Ci può dire qualcosa di più su quelle immagini e sullo sviluppo che si avrà nella serie?
Sorrentino: Essendo una serie non si può anticipare altro, però Venezia esercita un fascino irresistibile sotto molti aspetti e non ultimo quello visivo. Ho deciso di filmare di nuovo Piazza San Marco e ho cercato di migliorarla rispetto alla ripresa del precedente film (Youth – la giovinezza).
Jude, il copione è bello, ma quando ti è stato chiesto di fare un Papa come hai reagito?
Law: Ero già emotivamente parte del gruppo perché ero stato chiamato da Paolo ed il copione era così bello e simile ai suoi soliti lavori che già conoscevo. Ero emozionato da questa opportunità, solo dopo mi sono reso conto che avrei dovuto fare un Papa e non sapevo che direzione prendere. Dovevo dare un peso e una credibilità a questo ruolo, ma questa è la storia di un uomo che guarda caso era anche il Papa. Poi ho capito il personaggio ed era quasi come se Lenny Belardo fosse un attore qualsiasi da interpretare. Molti dilemmi vengono risolti attraverso il personaggio e a un certo punto ho capito come intgerpretare il ruolo del Papa facendo riferimento anche a quelli passati.
Il tuo personaggio trova difficoltà nel confidarsi con le altre persone, molti dicono che il ruolo del Papa sia simile ad un attore, trovi delle similitudini?
Law: Io non ho mai pensato a queste somiglianze, però è vero perché quando ci si trova ad avere un ruolo pubblico si ha sempre un dilemma. Alcune cose del personaggio mi erano famigliari. Più che altro ero molto curioso di capire le strategie acquisite da Lenny nel tempo per tenere lontane le persone e decidere a chi permettere l’accesso alla sua sfera privata e chi utilizzare per ottenere i suoi scopi. Continuo a pensare a Lenny come una persona onesta. Ammiro il modo in cui riesce ad essere estremamente contradditorio, questa non è una cosa che mi è famigliare. Lenny nella vita è molto più diretto di me.
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Questo mi sembra il lavoro con la maggiore attenzione al comico, un comico macabro e destabilizzante. La scena con la battuta “mi fanno male i capelli”, è un riferimento a Deserto rosso di Antonioni o è casuale?
Paolo Sorrentino: Quella battuta è passata alla storia e pensavo fosse utile per far comprendere appieno il ruolo del prete sciocco. Sul comico c’è stato un lavoro di ricerca, ma sembra che nelle loro relazioni anche i prelati del vaticano amino ridere e così abbiamo provato a riprodurlo. Poi, far ridere, è una mia fissazione sin dal primo film. A volte ci riesco, altre, no.
Nella serie fumano tutti in maniera compulsiva, hai voluto avvicinare il sacro alla miseria e nobiltà degli uomini comuni?
Sorrentino: Il Papa fuma perché sapevo che Ratzinger fumava, l’ho preso da lì lo spunto. Il mondo dell’orfanotrofio può essere un mondo pieno di ansie e angosce e può portare le persone a fumare.
C’è un riferimento alla realtà quando il Papa Jude Law, come papa Francesco recentemente, invia il sapone al cardinale che non si vuole lavare i piedi?
Sorrentino: Non c’entra niente con quello che ha fatto Papa Francesco. Nella nostra serie quella scena a cui fa riferimento è una gag fine a se stessa. Mette in luce le caratteristiche del personaggio di Jude e serve a dimostrare con quale spregiudicatezza egli può usare il suo potere.
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The post Venezia73. Conferenza: Paolo Sorrentino e Jude Law parlano di “The Young Pope” appeared first on MONDOSPETTACOLO.