Sono passati quasi 40 anni dall’uscita del simpatico Elliott, il drago invisibile, prodotto dalla Disney con la tecnica mista film / cartone utilizzata in tante occasioni, da Mary Poppins a Pomi d’ottone e manici di scopa. Nella ormai consolidata tradizione di sequel, remake e reboot hollywoodiani non poteva mancare anche questo Il drago invisibile, rivisitata e attualizzata storia dell’amicizia tra un bambino e un affettuoso e protettivo dragone verde che all’occorrenza può sfruttare il dono della propria invisibilità. Nella versione del 1977, interpretata tra gli altri da Mickey Rooney e Shelley Winters, l’ambientazione era quella di un villaggio del Maine di inizio secolo, mentre qui ci troviamo nel 1982 in mezzo a boschi sconfinati a rischio deforestazione.
Tra gli alberi si nasconde il piccolo Pete (Oakes Fegley), rimasto orfano dopo un incidente d’auto, cresciuto e accudito per sei anni da un protettivo dragone verde che lui ha chiamato Elliott, come il cagnolino protagonista del libro per bambini che ha con sé, unico legame rimastogli con la civiltà. Quando Pete viene per caso ritrovato dalla piccola Natalie (Oona Laurence) e dalla guardia forestale Grace Meacham (Bryce Dallas Howard), che decide di portarselo a casa, per il ragazzino inizia una nuova vita alla (ri)scoperta delle abitudini umane, con Elliott a vegliare su di lui grazie alla sua invisibilità. Ma il loro segreto è inevitabilmente destinato a non restare tale, nonostante l’aiuto del papà di Natalie, Jack (Wes Bentley) e di quello di Grace, Meacham (Robert Redford), con tutte le conseguenze facilmente immaginabili per una cittadina di taglialegna che si ritrova con un dragone “a domicilio” e con qualcuno, come Gavin (Karl Urban) intenzionato a catturarlo.
Siamo onesti, il film ha un target molto, molto giovane. A differenza di altri prodotti Disney, pensati per i bambini ma con gradimento anche da parte degli adulti, la pellicola di David Lowery (che ne è anche sceneggiatore) è veramente all’acqua di rose. Suggestive alcune ambientazioni e apprezzabile il tentativo di creare una specie di empatia con l’essenza dei boschi, anche con un messaggio ambientalista che viene introdotto all’inizio del film, per poi essere completamente abbandonato. Elliott più che un drago sembra un grosso cagnolone, sia a livello visivo (ottimi gli effetti CGI) e facciale, sia nei comportamenti, e questo aspetto un po’ paraculo sicuramente farà apprezzare maggiormente il film a chi ha un amico a quattro zampe e/o è amante degli animali (non è il caso di chi vi scrive), mentre un pubblico adulto standard potrebbe anche onestamente annoiarsi.
Pete, che a prima vista potrebbe ricordare Mowgli de Il libro della giungla, è invece molto (troppo) simile a Victor, Il ragazzo selvaggio del film di François Truffaut (che vi consiglio di recuperare), però va segnalata la convincente interpretazione (anche molto fisica) del piccolo Oakes Fegley, che potrebbe tranquillamente interpretare un giovane Tarzan senza bisogno di controfigure. Gli attori bene o male se la cavano tutti, con Robert Redford che fa una specie di pseudo nonno (niente di che), sperando che le nuove generazioni lo (ri)scoprano per ben altre interpretazioni. In definitiva questo Pete’s dragon è una favola sul cambiamento e sull’adattarsi ad un nuovo mondo, condita da tanta dolcezza (forse troppa per un pubblico adulto), ma che agli under 10 potrebbe anche piacere. In Italia uscirà il 10 agosto, con due giorni di anticipo rispetto agli Stati Uniti. Il tutto in attesa dell’arrivo del divertente L’era glaciale – In rotta di collisione e soprattutto di Alla ricerca di Dory, vero crack della stagione 2016/17.
Voto: 5.5
(voto per bambini e amanti dei cani: 6.5)
Ivan Zingariello
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